Skip to main content

Non ottieni risultati sui social?

Smettila di fare queste 5 cose

Si pubblica di frequente, si trattano gli argomenti che si ritiene siano importanti da comunicare, il profilo è esteticamente gradevole, ma non c’è crescita né della pagina né tanto meno del profitto! 

5 errori più comuni che impediscono di ottenere risultati sui social.

NESSUNA STRATEGIA. Pubblicare ciò che viene, alla giornata, può essere un buon contenuto per delle storie di Instagram o Facebook, in quanto dà all’utente l’idea di prossimità e coinvolgimento in diretta di ciò che facciamo, fidelizzando la community già esistente, ma non per il calendario editoriale.

Occorre infatti organizzare il proprio piano editoriale in anticipo, andando a identificare gli argomenti, quando li pubblicheremo e attraverso che tipo di contenuti, sviluppando una strategia finalizzata al raggiungimento di obiettivi ben definiti.

NON AVERE OBIETTIVI BEN DEFINITI. Come accennato, la nostra strategia deve essere studiata in funzione di obiettivi ben definiti, senza i quali non avrebbe alcun senso. Che l’obiettivo sia incrementare la vendita del proprio prodotto o servizio, o far crescere la notorietà dei proprio brand, il piano editoriale deve essere studiato in funzione del raggiungimento di questi scopi.

CREARE CONTENUTI DI BASSA QUALITÀ. Possiamo avere il prodotto o il servizio più innovativo e performante del mondo, ma se lo veicoliamo attraverso contenuti di scarsa qualità, non lo scoprirà mai nessuno! Proprio come un libro stupendo con una copertina orrenda, in un’immensa libreria sarà terribilmente difficile che un nuovo acquirente lo scopra.

Inoltre le piattaforme di social network, “premiano” i contenuti graficamente ben fatti, aumentandone la copertura, cioè la diffusione.

NON CONTROLLARE I RISULTATI. È importante dopo aver pubblicato un contenuto monitorare i risultati che ha ottenuto, per capire quali argomenti e quale tipologia di comunicazione funziona meglio per il nostro target, e regolare i piani editoriali successivi di conseguenza.

NON RISPONDERE A COMMENTI E MESSAGGI. Tra le pratiche essenziali per far crescere il proprio profilo c’è il “community management”, ovvero rispondere a commenti e messaggi privati, dando importanza, nonché informazioni, a chi è interessato al nostro prodotto. Ogni commento o messaggio è infatti una preziosa occasione per passare a un livello successivo del funnel e condurre all’acquisto del nostro prodotto o servizio.

Social planning 2

Attenzione: c’è stato un Data Breach su Mailchimp!

Una delle principali piattaforme di email marketing, MAILCHIMP, ha subito un grave attacco hacker. Un attore non autorizzato è riuscito ad accedere all’area di amministrazione degli account e dell’assistenza clienti, esponendo così i dati di tutti i clienti.

Uno degli account presi di mira è stato il gigante dell’e-commerce WooCommerce, il quale si serve di Mailchimp per mandare email ai propri utenti (più di 5 milioni).

Woocommerce ha reso noto ai propri clienti di essere stato notificato dell’accaduto da Mailchimp solo il giorno successivo e che nomi, indirizzi degli store online e indirizzi email dei suoi clienti erano stati esposti, anche se non sono state prese password o altri dati sensibili.

Ma non è la prima volta, il colosso dell’email marketing venne hackerato con le stesse identiche modalità circa sei mesi fa.

Noi di MC2 Lab ci affidiamo ad un servizio di email marketing 100% italiano creato da professionisti con oltre 15 anni di esperienza.

Desideri tenere al sicuro i tuoi dati per l’email marketing?

5 motivi per cui le recensioni sono essenziali

Le recensioni sono fondamentali sia per un negozio o azienda fisica, sia per un e-commerce o attività online. Secondo le ricerche, infatti, l’89% dei clienti non conclude un acquisto online prima di aver letto le recensioni!

Le recensioni sono essenziali e possono essere di varie tipologie: recensioni di prodotti, che ne attestano la qualità; recensioni di negozi o aziende online, che riguardano le prestazioni del servizio clienti, la spedizione e l’esperienza del cliente in generale; recensioni “locali”, ovvero di negozi o attività fisiche ma che costruiscono la propria reputazione online, ad esempio ristoranti, negozi d’abbigliamento ecc.

Vediamo insieme 5 motivi per cui sono così importanti:

  • Le recensioni creano fiducia: indicano che i prodotti sono affidabili basandosi sull’esperienza di clienti reali, i quali hanno preso la decisione di affidarsi a questo business prima di te;
  • Le recensioni aiutano a costruire una buona reputazione: più recensioni positive si ottengono, maggiore è il traffico che si genera e più si sviluppa il marchio;
  • Anche le recensioni negative sono importanti: esse infatti trattengono l’utente sulla pagina dell’attività e sono un’ottima occasione per brillare agli occhi dei potenziali clienti! Quante volte abbiamo letto una recensione negativa magistralmente trasformata in una fonte di informazioni e di dimostrazione di problem solving?
  • Le recensioni forniscono regolarmente nuovi contenuti: si tratta infatti di nuovo materiale continuo per le pagine del business, ricco di parole chiave grazie alle quali si sale nel posizionamento Google, di conseguenza possiamo affermare che migliorano la SEO;
  • L’elemento visivo delle recensioni (le stelle) catturano l’attenzione: sono essenziali per attirare gli utenti, possono infatti aumentare il CTR (Click To Rate, la percentuale di click sulla nostra pagina) del 17%

Inizia adesso a costruire la tua reputazione online!

5 cose che non sapevi sulla bandiera di Genova

Domenica 23 aprile La Superba si colora di rosso e bianco per il quinto appuntamento della Festa della Bandiera di Genova!

Vediamo insieme 5 curiosità che probabilmente non sapevi!

SIMBOLO

    ll simbolo della croce rossa in campo bianco è la sintesi di due leggende risalenti circa al 300 d.C.: quella di San Giorgio, Santo patrono di Genova, che sconfigge il drago e come vessillo porta la nostra croce, e quella dell’Imperatore Romano Costantino, che prima della battaglia di Ponte Milvio vide apparire la croce udendo: “Con questo segno vincerai”!

    ORIGINI

      Nel Medioevo la croce venne adottata dai guelfi e dai crociati, i quali compirono numerosi pellegrinaggi armati sotto comando del Papa, unificati da questa bandiera.

      ADOZIONE DELLA BANDIERA PER INGHILTERRA E MILANO

        In seguito venne utilizzata come bandiera dalla Repubblica di Genova, i quali marinai e balestrieri erano considerati tra i più temibili e abili del mondo.

        Le navi nemiche, infatti, vedendo la bandiera evitavano il conflitto, e così sia l’Inghilterra che la città di Miano la “affittarono” mantenendola poi nei secoli sino ad oggi.

        LA CROCE NELLE BANDIERE DEL MONDO

          La croce di San Giorgio compare in tantissime bandiere del mondo a livello nazionale, regionale e cittadino: Regno Unito, Georgia, Australia, alcune regioni del Canada, Sardegna.

          LA CROCE NELLO SPORT

            Oltre che, ovviamente, le nostre squadre Genoa e Sampdoria, la croce nello stemma viene utilizzata anche da Milan, Bologna, Almerìa , Friburgo, Barcellona, nonchè come simbolo non ufficiale ma molto ricorrente utilizzato dal Boca Junior, la squadra argentina più antica d’America che fu fondata da genovesi.

            Il quartiere di Buenos Aires, inoltre, nel 1882 proclamò la sua indipendenza dal resto dell’Argentina: issarono una bandiera genovese e scrissero al re Umberto I chiedendo il riconoscimento della Repùblica Indipendente de la Boca.

            Lanterna di Genova

            Progetto Hospitality Lab Liguria

            Vorreste un sito web professionale per la vostra struttura ricettiva?

            Ve lo regaliamo noi!

            MC2 Lab s.r.l.
            Siamo un’agenzia web ligure: ci occupiamo di realizzare siti web e gestire i profili sui social network dei nostri clienti, amiamo la nostra terra e siamo consapevoli di quanto il settore del turismo sia oggi penalizzato a causa della scarsa digitalizzazione.

            Proprio questo abbiamo pensato al progetto “Hospitality Lab Liguria”.
            Vogliamo offrire a tutti la possibilità di avere un sito web personalizzato per la propria struttura, insieme alla gestione degli account social su Facebook e Instagram.

            Sappiamo quanto sia importante per le strutture ricettive avere una presenza online efficace per promuovere la propria attività, senza affidarsi solo e soltanto alle OTA, ma comprendiamo anche che non è facile creare un sito web professionale da soli o gestire in modo strategico i propri account social.

            Ecco perché abbiamo creato “Hospitality Lab Liguria”, per rendere queste attività accessibili a tutti e dare una possibilità alla Liguria di emergere nel mercato digitale.

            Acquistando la gestione dei social di Facebook e Instagram, regaliamo alle strutture ricettive la realizzazione del sito web, permettendo così di farsi conoscere a un pubblico più vasto e ottenere un vantaggio competitivo nel settore della ricettività turistica.

            Siamo tutti affetti da nomofobia

            Domani è lo sconnessi day, un’iniziativa nata nel 2018 in Inghilterra per sensibilizzare le persone sulla dipendenza da Internet.

            Hai mai sentito parlare di nomofobia?

            Hai mai sentito parlare della NOMOFOBIA? Deriva dall’inglese “No mobile phone” ed è una vera e propria fobia, quella di essere allontanati dalla possibilità di collegarsi con il proprio smartphone. È un disturbo conseguente ad una dipendenza dal cellulare, e magari solo per qualche attimo, ma che tutti l’abbiamo provata.

            Per esempio durante una passeggiata in un bosco o in montagna, guardando il telefonino notiamo che non c’è più campo, oppure la batteria muore improvvisamente. In queste situazioni uno stato di ansia ci pervade e cominciamo a pensare ad ogni possibile catastrofe che si abbatterà su di noi, proprio quel giorno, proprio perché non abbiamo la possibilità di usare il telefono.

            Secondo il professore e psichiatra dell’Università del Connecticut, David Greenfield, l’attaccamento allo smartphone è come tutte le altre dipendenze poichè causa delle interferenze nella produzione dellainterferisce con la produzione della dopamina, l’ormone che gestisce la ricompensa, ovvero incoraggia a compiere in manieras ricorrente quelle azioni che ci fanno stare bene.

            Già una ricerca svolta nel 2008 da parte dell’ente di ricerca di YouGov in UK, osservò grazie a un sondaggio che il 53% degli intervistati, tutti ragazzi dai 18 ai 29 anni, iniziavano a provare uno stato di ansia quando la batteria del celluare era bassa o la ricezione scarsa. Oggi, con l’avvento dei social network e la crescente pervasività della tecnologia nella nostra vita, il risultato sarebbe sicuramente in crescita.

            Lo “sconnessi day” è una giornata nata per dar vita a varie iniziative che in qualche modo ci possano far rendere conto su quanto sia difficile sconnettersi e su quanto sia diventato passivo l’ultilizzo che facciamo della tecnologia.

            Nomofobia

            L’importanza del Tone of Voice

            Tone of Voice: cosa significa?

            Per tone of voice (in italiano “tono di voce” ToV) si intende tutta una serie di azioni, fattori ed elementi relativi ai testi o alle parole e alla comunicazione in generale, scelti per interpretare al meglio il carattere e l’identità aziendali o di una figura professionale.

            Il tono di voce è il modo in cui parliamo al nostro pubblico: è estremamente importante in quanto ci rende riconoscibili e ci distingue sul piano della comunicazione.

            Va costruito sulla base delle caratteristiche dell’azienda, del target a cui si rivolge e del loto modo di comunicare. Il TOV inoltre migliora il posizionamento del Brand e permette di comunicare i valori aziendali.

            Valentina Falcinelli nel suo libro TESTI CHE PARLANO, immagina un termometro come riferimento e suddivide i TOV in quattro tipi:

            TONO FREDDO | formale e burocratico

            TONO NEUTRO | professionale quasi distaccato

            TONO CALDO | amichevole confortevole

            TONO COLORATO | tono ironico anche aggressivo

            Logicamente il Tone of Voice può anche non essere sempre e solo lo stesso, ma può subire delle contaminazioni tra “tempertaure” del termometro.

            Tone of voice

            Come individuare il tuo TOV?

            Per individuare il tuo TOV è importante porsi le domande giuste:

            • Qual è l’ambito in cui operi?
            • Quali sono i tuoi valori?
            • Qual è la tua offerta di valore e cosa vuoi comunicare in base agli obiettivi?
            • Qual è il tuo target di riferimento?
            • Queste tre domande dovrebbero portare a trovare una prima modalità di comunicazione (TOV) adeguata.

            Parti dall’analisi SWOT (tecnica per identificare punti di forza, debollezza, opportunità e minacce per sviluppare un piano di startegia per la tua azienda o progetto) se hai le idee confuse e piano piano andrai a definire il tuo TOV.

            Alcuni esempi


            TONO FREDDO


            Prendiamo ad esempio Sterilgarda. Il suo tono di voce è professionale, con una costruzione della frase molto classica SOGGETTO+VERBO+ COMPLEMENTO .

            Tono freddo

            TONO NEUTRO

            Più coinvolgente rispetto al precedente in modo semplice, ma anche coinvolgente.

            Tono neutro

            TONO CALDO

            Immediatamente più coinvolgente dei precedenti, racconta una storia e trasporta il lettore lungo un viaggio di sapore attraverso le emozioni. È colloquiale e mentre si legge abbiamo l’impressione di dialogare con una persona in carne ed ossa.

            Tono caldo

            TONO COLORATO

            L’obiettivo è stupire, cancellare schemi e far parlare di sé. Colpire e coinvolgere è l’obiettivo di questo Tone of Voice.

            Tono colorato 1
            Tono colorato 2

            A cosa e quanto servono le storie sui social?

            Le storie servono a intrattenere i tuoi followers e farli sentire più vicini a te e al tuo brand.
            Scopriamo insieme a cosa e quanto servono davvero le storie sui social nelle strategie di web marketing.

            Che cosa sono le storie?

            Le Instagram Stories, o storie di Instagram, sono dei contenuti brevi che si possono inserire in una sezione dedicata del proprio profilo e della Home, che saranno visibili agli altri per 24 ore. La loro durata iniziale di 15 secondi è stata da poco estesa a 60 secondi.

            Dopo che il contenuto “scade”, potrà sempre essere inserito all’interno della sezione “Storie in evidenza” sul proprio profilo, in modo che rimanga sempre visibile a chi lo visita.

            Più recente è la possibilità di aggiungere storie anche su Facebook o, se l’account è collegato a quello di Instagram, di pubblicarla contemporaneamente su entrambi i profili.

            Come si crea una storia?

            Per chi non fosse avvezzo al loro utilizzo, ecco una breve guida su come realizzarle:

            • Una volta avviata l’applicazione di Instagram, recarsi nella Home e cliccare in alto a sinistra sulla nostra immagine del profilo con un piccolo + (tra tutti i modi, questo è il veloce per realizzare direttamente una storia)
            • Accettare, se richiesto dal proprio dispositivo, le autorizzazioni a microfono e fotocamera. Scattare una fotografia o video o scegliere un contenuto dalla propria galleria del cellulare (si accede alla galleria cliccando sull’immagine che si trova in basso a destra)
            • È adesso possibile dare spazio alla creatività aggiungendo musica direttamente da Instagram, aggiungendo testo, emoji, gif animate, cambiando colore allo sfondo e tanto altro.
            • Una volta terminata la grafica della nostra storia, possiamo pubblicarla rendendola accessibile a tutti coloro previsti dalla nostra privacy (solo followers o pubblica), oppure nasconderla a dei profili specifici.
            Storia instagram 2

            Quanto sono utili le storie sui social?

            Lo scopo principale delle storie è quello di trasmettere autenticità e di instaurare un rapporto di fiducia con i propri followers, consentendogli di interagire con i nostri contenuti.

            È quindi importante “metterci la faccia” e coinvolgere gli utenti con i vari strumenti messi a disposizione dalla piattaforma, ad esempio il box a risposta multipla con cui si possono indagare le preferenze di chi ci segue, o il box “fai una domanda” da cui trarre spunto per contenuti futuri e farci percepire più vicini e umani.

            In conclusione, possiamo affermare che le storie sono essenziali per lavorare sulla community e creare fiducia, così come le storie in evidenza sono importanti per raccontare in modo ricco, completo e vero a chi visita il nostro profilo chi siamo e cosa facciamo.

            Che cos’è un certificato SSL?

            Le credenziali digitali sono la spina dorsale della sicurezza della rete. Le credenziali SSL (Secure Protocol) (a volte chiamate credenziali digitali) stabiliscono un collegamento crittografato tra un browser o un computer e un server o una rete. Ad ogni sessione, il collegamento SSL protegge le informazioni della carta di credito e altre informazioni che non vengono intercettate da soggetti non autorizzati.

            Creating a Secure Connection SSL è la tecnologia di sicurezza standard per la creazione di collegamenti crittografati: ecco come funziona.

            Un programma invisibile agli utenti finali si chiama “stretta di mano SSL”, che crea una connessione sicura tra il server Web e il browser. Utilizza una chiave tripla per creare una chiave di sessione simmetrica, che a sua volta crittografa tutti i dati trasmessi.

            • Il server invia la propria chiave pubblica simmetrica al browser.
            • Il browser crea una chiave di sessione simmetrica e la crittografa con la chiave pubblica simmetrica del server e la invia al server.
            • Il server decodifica la chiave di sessione crittografata con la propria chiave privata simmetrica per ottenere una chiave di sessione simmetrica.
            • Il server e il browser ora crittografano e decrittografano tutti i dati trasmessi con una chiave di sessione simmetrica. Questo programma garantisce la sicurezza del canale perché solo il browser e il server conoscono la propria chiave di sessione simmetrica e questo set di chiavi di sessione può essere utilizzato solo per questa sessione. Se il browser si collega allo stesso server a giorni alterni, dovrà generare una nuova chiave di sessione.

            Perchè è necessario utilizzare un certificato digitale?

            Crea fiducia e sicurezza di rete per i tuoi visitatori e la tua attività online.

            A partire da ottobre 2017, Chrome (versione 62) mostrerà l’avviso “non sicuro” quando gli utenti inseriranno del testo in un modulo su una pagina HTTP e su tutte le pagine HTTP aperte con la modalità di navigazione in incognito.

            Per evitarlo è necessario rendere disponibile il sito su una connessione sicura https e attivare un certificato SSL. HTTPS è la sigla di HyperText Transfer Protocol over Secure Socket Layer. Questo protocollo protegge la riservatezza dei dati inseriti su un sito e, insieme alla garanzia del certificato SSL rilasciato da un’Autorità riconosciuta, aumenta la fiducia dei visitatori.

            Vuoi sentirti più sicuro nel web?

            Contattaci e risponderemo alle tue esigenze!

            META: come cambierà Facebook?

            Mark Zuckerberg ha annunciato un cambio di nome aziendale nella giornata di ieri: da Facebook, omonima del social network da cui è partito il suo impero mediatico, a META.


            “Le nostre app non cambieranno nome, saranno sempre parte della nostra visione del metaverso”, ha dichiarato.

            È forse questo termine che ha generato più confusione: cosa si intende per metaverso?

            Secondo Zuckerberg, la mission della sua azienda è e sarà sempre di più superare la visione di una vita reale vs virtuale nel futuro, passando a un “meta-universo”, un mondo digitale unico, dove realtà virtuale e analogica si fondo in una visione fantascientifica.

            Non a caso il termine è stato inventato da Neal Stephenson nel romanzo Snow Crash, nel 1992, per descrivere un mondo virtuale in cui le persone cercano rifugio da quello reale, pieno di violenza e illusioni.

            Si parla quindi di realtà aumentata?

            Sì ma non solo. Concettualmente, l’idea proposta è una realtà virtuale più immersiva in cui usare le app di Meta (facebook, instagram, whatsapp, oculus ecc.) includendo molti altri servizi e incorporandoli in una unica piattaforma, ad esempio Webex e Slack, a cui si potrà accedere con un account specifico “Facebook Work”.

            “Nel metaverso, sarete in grado di fare quasi tutto ciò che potete immaginare. Stare insieme ad amici e familiari, lavorare, imparare, giocare, fare acquisti, produrre, ma anche vivere esperienza completamente nuove che non rientrano nel modo in cui concepiamo computer e telefoni oggi. Potremo sentire la presenza degli altri come se fossero lì, il linguaggio del corpo, le loro espressioni”, grazie agli avatar.

            Una dichiarazione forse troppo entusiastica dopo questi ultimi due anni dove si è sì apprezzato il valore del digitale per mettere in collegamento persone lontane, causa pandemia, ma a maggior ragione si è sentita la mancanza di spazi fisici dove incontrarsi e confrontarsi, e ciascuno di noi ha sperimentato i limiti delle riunioni virtuali.

            È EVIDENTE! Lo scopo è aumentare sempre di più i tempi di navigazione degli utenti

            Soprattutto nel momento in cui sempre più persone cominciano a chiedersi quanto sia “reale” la realtà virtuale mostrata da Facebook&co: continuano le inchieste infatti su come Facebook abbia influenzato le elezioni in molte parti del mondo, e non soltanto. Se ognuno di noi si crea una realtà basata su algoritmi che hanno l’unico scopo di trattenerlo nell’ambiente Facebook, o Instagram, e quindi continuano a proporci contenuti che già sappiamo ci piaceranno, quanto vedremo davvero del mondo?

            La polarizzazione del dibattito sui social rende oggi quasi impossibile confrontarsi davvero tra posizioni lontane. “Informarsi su Facebook” sappiamo che esclude spesso le posizioni che non ci piacciono preventivamente, rendendoci molto più difficile avere accesso a idee diverse dalle nostre – un vero paradosso, nell’era con più facilità di accesso alle informazioni di sempre.

            Probabilmente l’annuncio serve anche a distogliere l’attenzione dalle rivelazioni di Frances Haugen, ex dipendente, che sta denunciando molti problemi legati alla società. Tuttavia Facebook sta facendo da tempo investimenti per spingere per un’evoluzione aziendale a tutela della privacy e della sicurezza degli utenti, e a un sistema di segnalazioni meno dipendente dagli algoritmi.

            Quel che è sicuro, è che da pura azienda di social network, Meta si prepara ancora di più a essere una super piattaforma a cui accedere per ogni aspetto della nostra vita. Se questo cambiamento immersivo sarà nel bene o nel male, dipenderà da come decideremo di utilizzare questi nuovi strumenti.

            E-commerce sì, e-commerce no, ma ti serve davvero?

            In MC2 riceviamo sempre più spesso richieste di preventivi per e-commerce con le motivazioni sbagliate. “Lo stanno aprendo tutti” è quella che sentiamo più spesso, soprattutto in quest’ultimo anno di pandemia.

            Con i clienti spesso impossibilitati a raggiungere i negozi, o timorosi di fare shopping come prima, trovare il modo per consolidare le vendite via internet è importante, ma non è detto che sia obbligatorio.

            Un e-commerce, ossia un sito dotato di negozio digitale da affiancare al tuo business, è sicuramente un’occasione di crescita, ma richiede tempo, energie e denaro.

            Perciò, se non ci credi sul serio ragioniamo: vuoi davvero dotarti di uno strumento che richiederà le tue risorse, se parti già poco convinto?

            Hai un brand online forte?

            Molte persone sono convinte che basti creare il sito, metterlo online e voilà, il gioco è fatto. “Al massimo, buttiamo un po’ di soldi nelle ads su Google”, è una soluzione che spesso ci sentiamo dire dai potenziali clienti.

            In realtà, le pubblicità anche su Google possono funzionare fino a un certo punto, se non hai un’immagine online già forte e un seguito sui social network. Che cosa vuol dire? Immagina di avere un nuovo negozio bellissimo, modernissimo, con i prodotti più nuovi e ricercati del mercato… ma non metti l’insegna né promuovi la novità. Quante persone entreranno per caso? Pensi che saranno sufficienti per coprire il tuo investimento e guadagnarci sopra? Quasi sicuramente no.

            Avere un e-commerce e non pubblicizzarlo o promuoverlo sui social è un po’ come avere un nuovo negozio meraviglioso e oscurarne le vetrine. Quindi, prima di attivare un e-commerce, è giusto porsi alcune domande: come è posizionata online la mia attività? Quante persone mi conoscono e mi seguono?

            Il gioco vale la candela? Se la risposta è no, non abbatterti: vuol dire solo che devi preparare il terreno prima di fare questo passo.

            Consetetur sadipscing elitr, sed diam nonumy eirmod tempor invidunt ut labore et dolore magna aliquyam erat, sed diam voluptua. At vero eos et accusam et justo duo dolores et ea rebum.

            E-commerce serve davvero? 2

            Da venditore a consulente

            A meno che tu non sia un artigiano e realizzi pezzi originali, creare un e-commerce ti metterà in competizione con molti big player del commercio online, che spesso offriranno sconti e promozioni al di fuori della tua portata. Come puoi competere?

            Trasformandoti da semplice a venditore, portando sul tuo sito quella competenza e quell’esperienza che i tuoi clienti fisici già conoscono e apprezzano.

            Perché quell’esperienza ti distingue dal grande negozio online dove i prodotti sono consigliati da un algoritmo, ti rende un esperto, e fornisce al cliente un’assistenza specializzata e dedicata che costituisce un valore ben più alto del 5% di sconto.

            Comunicare questa ricchezza ai tuoi potenziali clienti è fondamentale, se vuoi avere un e-commerce di successo. Ma per farlo al meglio, devi ragionare un calendario coerente e regolare.

            Vuoi sapere se un e-commerce è la soluzione migliore per te?

            Contattaci, vogliamo conoscere la tua storia e ragionare con te e valutare insieme quale sia la strategia migliore per il tuo business.


            Non ti diremo “sì, apriamo domani un e-commerce!” a priori, ma studieremo i passi più adatti per portare online la tua attività.